Un caso di Bluff Psicodinamico

Vittorio Ferraro

Abstract


Ogni storia che viene narrata, è ricostruita, e diventa realtà ma è pur sempre una
“ricostruzione” della propria realtà, pertanto è sempre difficile capire, per chi ascolta, gli eventi realmente accaduti. Il paziente “dice che...”, ma sarà vero? In alcuni pazienti, ciò che viene narrato ha sin da subito l‟esplicita veste della “ricostruzione”, della presenza del
“doppio” racconto, il vero ed il falso. Nella vita di Andrea è evidente una grave carenza, o mancanza, di accudimento da cui la più significativa conseguenza è un grave disturbo del sé e la mancata partenza dell‟autonomia iniziale. C‟è una componente sempre presente nella vita di Andrea, un rumore di fondo: è la “svalutazione” degli altri, del mondo, di sé e di tutte di tutte le cose della vita comprese ovviamente le psicoterapie. Tutto quello che Andrea fa non è una cosa vera, perché è sempre presente il doppio, l‟opposto che neutralizza l‟aver fatto, o meglio ciò che può, a buon diritto, far parte delle proprie realizzazioni manca sempre di una condizione, di una parte, di un fattore perché diventi vero, autentico. Il bluff è un disturbo narcisistico ed è sempre collegato all‟autenticità del sé che però è falso, svalutato e grandioso: la persona cerca di valorizzarsi ma è sempre terrorizzata, anzi ha la certezza che tutti prima o poi vedranno questa vera natura, perciò preferisce non attribuirsi le cose che fa od ottiene.
Il nome Andrea nasconde qualcosa di sconosciuto al suo stesso sé, per cui non ha sviluppato una sua originalità, non ha avuto amore affinché nascesse come persona: ha organizzato una vita di bluff, sviluppando capacità che non ha mai sentito come sue, con un meccanismo che invalida tutto portandolo a non stimarsi mai, a non amarsi mai.

Keyword


casi clinici; carenza di base; dipendenza

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ISSN: 2035-4630, Open-acess, peer-reviewed Journal, Tribunale di Roma 142/09, 04/05/09 - dir. responsabile: G. Colajacomo

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